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Dante

Italia, 2022
Genere Biografico

Regia di Pupi Avati.
con Sergio Castellitto, Alessandro Sperduti, Enrico Lo Verso, Carlotta Gamba.
durata 94 minuti.

All’età di 84 anni, Pupi Avati ha deciso di mettersi alla prova con un compito “da far tremar le vene e i polsi”, tanto per rimanere nel contesto. Affrontare la vita di Dante facendone un prodotto didascalico o scadendo nell’enfatico sarebbe stato molto facile, ma il regista bolognese si è saputo mantenere su un percorso lineare e sobrio che, pur con qualche cedimento, riesce egregiamente a farci comprendere lo spirito del tempo in cui la storia si svolge.

Il regista utilizza come traccia un romanzo da lui stesso scritto, il recente L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante (Solferino). Il racconto è una sorta di diario di Giovanni Boccaccio (Sergio Castellitto), incaricato nel 1350 dai Capitani di Orsanmichele – la confraternita che radunava le corporazioni fiorentine – di raggiungere Ravenna e consegnare a suor Beatrice (Valeria D’Obici), figlia di Dante, la somma di dieci fiorini d’oro a titolo di risarcimento per i torti subiti dal padre: la condanna, la confisca di tutti i beni, la minaccia del rogo se si fosse ripresentato a Firenze, l’esilio.

Il compito che Boccaccio si assume, e il viaggio che ne consegue, anche se per un uomo nemmeno quarantenne, sono per lui quasi il compito della vita (e come ogni uomo coscienzioso del suo tempo, prima di avviarsi anche solo da Firenze a Ravenna, fa testamento).

Il profondo legame che Boccaccio sente nei confronti di Dante si riflette nelle aspettative per l’incontro con l’ultima testimone della vita del Poeta. Il viaggio, svolto in compagnia del fido Donato (Enrico Lo Verso), è un percorso che gli permette di imbattersi in chi diede riparo e accoglienza a Dante mentre era in fuga. Boccaccio sosta negli stessi paesi, nei castelli, nei conventi; ad ogni sosta il regista attraverso dei flashback ricostruisce la vita di Dante: la giovinezza (qui Dante è interpretato da Alessandro Sperduti), l’incontro con Beatrice (Carlotta Gamba) e il suo innamoramento, fino alla morte di lei. Poi l’amicizia con Guido Cavalcanti, l’accettazione di incarichi pubblici per poter mantenere la famiglia, l’impopolare decisione di bandire da Firenze anche l’amico Guido per scongiurare altre battaglie, scelta che gli attirò l’avversione di Papa Bonifacio VIII e dei governanti della città.

La scelta degli interpreti è quanto mai centrata: Castellitto incarna un Boccaccio conscio dell’importante incarico “civile”, ma al tempo stesso timoroso ed emozionatissimo ad ogni incontro che gli permetta di saperne un po’ di più su quell’uomo di cui egli stesso dice «mi è padre». Enrico Lo Verso è una spalla discreta ma precisa, come pure gli altri interpreti di tutti gli incontri (ed è bello che di Paolo Graziosi e Gianni Cavina questo resti l’ultimo ricordo al cinema, essendo scomparsi poco dopo le riprese). Qualche perplessità la suscita la scelta di attrici chiamate a impersonare donne anziane ma che mostrano evidentemente sul viso l’opera del chirurgo plastico, che genera un’impressione veramente stridente.

Avati ripropone nel film un’immagine del Medioevo già esplorata in altri suoi film come Magnificat o I cavalieri che fecero l’impresa, rappresentando un mondo con interni bui e scarni, nel quale il regista alterna scene oniriche (come quelle che riguardano il rapporto di Beatrice con Dante) e invenzioni volutamente inquietanti, come la bambola crepata che fu di Beatrice e che Boccaccio compra per la figlia. L’impianto, a volte un po’ troppo televisivo (giustificato probabilmente dalla futura destinazione dell’opera) si riscatta però in un finale realmente poetico e anche visivamente commovente.

Beppe Musicco – sentieridelcinema.it

NOTE DI REGIA
A farmi intravedere la possibilità di raccontare quell’essere umano ineffabile che è stato l’Alighieri è stata la scoperta della missione di Giovanni Boccaccio nel 1350: quella di portare a Ravenna, alla figlia di Dante, una borsa di dieci fiorini per risarcirla del tanto male che i fiorentini avevano fatto a suo padre.

La gran parte della mia narrazione la debbo quindi allo stesso Boccaccio che di Dante fu biografo e appassionato divulgatore. Il resto è invece frutto di congetture e suggestioni che mi provengono da un ventennio di disparate letture, in una continua consultazione degli esimi dantisti citati in esergo. Nella realtà Dante era entrato nella mia vita dapprima attraverso la lettura di cronisti a lui coevi (Villani, Velluti, Compagni etc) e dei tanti saggi e le tante biografie accademiche e non.

Furono quelle letture a convincermi di come fosse lasciata sul fondo, sfocatissima, la sua umanità, seppure così esplicita…

Più o meno in quegli anni lessi “La Vita Nova”, quel prosimetro d’amore che Dante ventenne si trovò a scrivere all’indomani della morte di Beatrice Portinari. Sufficiente a far sì che mi riconoscessi nella gran parte delle emozioni di quel giovane remoto, facessi mio il tentativo di tenere in vita, attraverso la sublimità della poesia, quell’essere celestiale che fu per lui Beatrice Portinari. Poesia il cui appalesarsi avviene in Dante attraverso la sublimazione del dolore: la perdita della madre nella sua infanzia, la morte di Beatrice nella sua giovinezza, la condanna all’esilio del migliore dei suoi amici, nell’età adulta, l’ingiusta dannazione, estesa ai suoi figli, nella maturità. È la conferma di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza.
Pupi Avati

Febbraio 22 2023

Details

Date: 22 Febbraio
Time: 15:00 - 21:00
Cost: 5€
Evento Categories:
Evento Tags:, ,

Venue

Cinema

TEATRO CENACOLO FRANCESCANO - Piazza Cappuccini, 3
Lecco, 23900 Italia

Abbonamenti:
- 45,00 € per la tessera da 12 ingressi che consente di utilizzare fino a due ingressi per titolo.

Accesso alla sala:
La normativa raccomanda di indossare la mascherina durante la permanenza in sala.
Ricordiamo che nostre poltrone non garantiscono un distanziamento superiore al metro tra posti adiacenti.

Parcheggio: disponibile durante la proiezione delle ore 21 nell’area dell’Oratorio a lato della Chiesa dei Cappuccini.